giovedì 29 gennaio 2009

Debian e KDE4.2

Il KDE (K Desktop Environment) è un sistema integrato per ambienti *nix/Linux per la gestione del desktop dalle finestre in cui vengono eseguiti i programmi, alla configurazione del sistema, fino alla suite per l'office. Partendo dalla versione 2, KDE è stato uno dei fattori del discreto successo di Linux e dell'open source in ambito desktop. Con la versione 3, KDE si è rivelato un fattore trainante proponendo un desktop colorato, originale e pieno di funzionalità. Poi il passo quasi falso del KDE4: tante promesse di cui poche mantenute al primo rilascio prematuro avvenuto un anno fa. Promesse poi rilanciate continuamente e rimandate alla successiva revisione. Ciò ha creato un clima di aspettativa negli utenti che hanno atteso speranzosi l'attuale revisione 4.2 e dopo appena un giorno dal rilascio ufficiale, Debian ha messo a disposizione nel repository experimental il nuovo KDE. Il che dimostra come anche in Debian, detta affettuosamente "culo di piombo", ci fosse una certa eccitazione.
Non da meno, ho colto l'occasione e ho deciso di provare per la terza volta il nuovo ramo di sviluppo del KDE, sperando in decisivi miglioramenti: francamente ero rimasto un bel po' deluso in precedenza. Parte della delusione erano la lentezza del sistema su operazione elementari. Bastava il ridimensionamento delle finestre e lo spostamento delle applet sul desktop per sdraiare la CPU. Per onestà va detto che non era un difetto del tutto imputabile a KDE, ma ai driver di Nvidia. In quelle condizioni si dovevano disabilitare tutti gli effetti grafici che necessitavano della accelerazione 3D della scheda video. Un altra componente della delusione erano l'assenza di applicazioni fondamentali e una certa instabilità di quelle appena portate: Amarok andava in crash di continuo, per fare un esempio. Non sono stato l'unico a percepire questi problemi, visto che molti si sono astenuti dal migrare a KDE4 un anno fa[1].
Le cose stanno migliorando nettamente. I problemi correlati alle prestazioni video sono stati risolti da Nvidia coll'ultimo rilascio dei suoi driver, e da KDE che si configura automaticamente per assecondare le effettive capacità del computer. Ora tutti i famosi eyecandies mutuati da compiz possono essere esibiti a piacimento e senza appesantire il sistema eccessivamente.
Passi in avanti sono stati fatti verso l'usabilità. Avevo già notato in precedenza come KDE4 si fosse avvicinato a GNOME e a MacOSX, allontanandosi dal paragone con Windows, e avesse cercato di ottenere un sistema semplice ed "amichevole". La direzione è stata mantenuta. Dolphin, il sostituto di Konqueror come file browser è decisamente prossimo per idee e funzionamento a Nautilus di GNOME. Konsole è un altro programma che ormai è la copia di gnome-terminal. Mi farà rimpiangere un po' il suo predecessore con molte più opzioni. Il nuovo Systemsettings che si occupa del settaggio di sistema e che ha mandato in pensione l'onnipotente e complesso kcontrol, lascia poche cose da configurare e sempre in modo molto intuitivo. Per quel poco che mi ricordo del Mac OSX, il Systemsettings sembra proprio preso da lì. Detto questo, pare che il gruppo KDE, nonostante i complimenti ricevuti da Linus Torvalds, proprio a riguardo della possibilità di configurare a piacimento ogni minimo dettaglio, ha deciso che KDE4 doveva essere facile[2].
Con questa revisione ho avuto la piacevole sorpresa del ritorno di Konqueror nelle vesti più di browser web che di file manager. Anche grazie allo sviluppo in casa Apple di KHTML, Konqueror è in grado di aggiudicarsi un bel 85/100 di punteggio nel test di acid3. Attualmente il miglior punteggio per un browser su Linux (no, Vista con il suo IE neanche si avvicina a valori di 20/100). Altro gradito ritorno è Amarok che non va più in crash ai ritmi precedenti, d'altra parte è stato notevolmente semplificato nelle funzionalità offerte.
Arriviamo ai punti dolenti. Mancano ancora all'appello applicazioni importanti del calibro di K3b (il programma più completo per la masterizzazione CD/DVD), Kile (frontend per LaTex), Kmid per chi aveva voglia di un po' di karaoke, e i frontend per Network-Manager e Beagle. Queste assenze, mi hanno costretto a lasciare qualche pezzetto di KDE3 in giro. Kpackage, il gestore di installazione e di rimozione dei pacchetti software non ne vuole sapere di funzionare. Ma il difetto più grave, da quello che ho letto in altri blog, è che lo sviluppo del desktop semantico in KDE ha subito una battuta d'arresto. Notizia che ridimensiona ulteriormente questo KDE 4.2 e ci lascia di nuovo in attesa della prossima revisione. Fatto sta che lo sto usando felicemente già da ora e davvero non invidio né gli utenti Apple né tanto meno quelli Winodws.

Per chi volesse installarlo in Debian non resta che seguire questi passi. Ho perso un po' di tempo a configurare Kontact e gli altri programmi di Personal Information Management, ma basta copiare i relativi file da ~/.kde/ a ~/.kde4/. Per esempio, tutte le note di Knotes sono in ~/.kde/share/apps/knotes, mentre la configurazione di kmail è in ~/.kde/share/apps/kmail. Il meno ovvio di tutti è dove kaddressbook mantiene i vostri contatti: essi sono in ~/.kde/share/apps/kabc.





[1]Anche in KDE avevano capito un po' l'andazzo e la scritta "don't look back!" che invitava ad installare il nuovo KDE4 a discapito del "vecchio" KDE3, è stata cancellata dalla home page.
[2] E Torvalds ha voltato le spalle a KDE. I dettagli si possono trovare qui.

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