giovedì 16 aprile 2009

La nobile arte della maldicenza

Vado in palestra come da molti anni, ma ultimamente sempre più fiaccamente: gli esercizi sono diventati la parte difficile, il chiacchierare di cose sceme il momento migliore. Stasera c'è stato anche il momento della gaffe... Mentre non c'era nessuno con cui parlare, ho preso in mano un giornalino locale, di una radio locale, che parla di problemi molto locali, tipo: il marciapiede sotto la radio locale è rotto, perché questi amministratori locali non fanno un cazzo? E mentre leggo questo trattato di cultura, arriva l'istruttore, anche egli prodotto tipico locale D.O.C, che prende un numero di "Natural Bodybuilding & Fitness", l'unica rivista di settore ammessa dalla proprietaria dopo la scoperta che anche da noi alcuni prendono anabolizzanti (uh, che sorpresa!), e mi si mette a sfogliarla alla ricerca di gnocca. Mi dice: Dai guarda questa, mi vuoi dire che non è bella? E sfida il mio gusto in fatto di donne, notoriamente raffinato. Giro un po' di pagine e tra donne arrostite dalle lampade che sembrano dei nerboruti maschioni che indossano bikini, c'è qualche bellezza che conserva alcuni brandelli di femminilità rimasti attaccati alla She-Hulk che cresceva in lei. Codesta, che per il mio metro di giudizio è appena passabile, è la Dea Bellezza per l'istruttore e si trova nel paginone centrale in formato poster staccabile. Una biondona di nome Kelly Kelly, con vestitini attillati e atteggiamenti da "estetica del porno". Decido che è l'ora di fare la mia parte nella guerra del testosterone e stacco la pagina. Chiedo: dove possiamo appenderla? Farebbe una bella figura... Nel mentre entra l'unica donna carina, anche se non da paginone centrale, che frequenta la palestra nei miei orari e mi becca ad agitare il poster come un adolescente in cerca di un bagno.
Ciao.
Ciao. Ehm, Sto cercando di ribadire la mia eterosessualità...
Rimetto al suo posto il paginone centrale e il testosterone. L'istruttore ghigna. Tra me e me penso che mi è andata bene, perché stavo per fare un commento sui pantaloncini attillati di Kelly Kelly e certe "gobbe di cammello". Torno in quella zona dopo un po' per incontrare un amico che usciva. Dallo scherzare su come si vestiva (camicia di lino con 16°C!) si è passati al perché si vestiva così: andare a fare il piacione con una donna. Dalle confidenze personali si è passati alle maldicenze. Mi indica una sui 45 che sta facendo lo stepper: quella là è sposata e va con un mio amico che ha due anni più di me. Pensa che ne ho 26! Che schifo!
Colgo la sfumatura e dico io: magari conta più l'esperienza. Quella a 45 anni farà sicuramente sesso in modo memorabile.
Il mio amico mi guarda disgustato: Devo andare. Ciao.
Ciao.
Al che incomincio a pensare per quale diavolo di ragione sono venuto a sapere che un tizio, che non conosco va a letto con una di cui non mi frega nulla. Ci deve essere una ragione o ho solo sprecato altri 5 minuti della mia vita oggi? Rimugino. La maldicenza, la calunnia e il pettegolezzo sono diffusi come la polvere, anzi spesso il primo segno che si entra in un gruppo è il conoscere i piccoli, sporchi segreti degli altri. Bisogna farci caso, l'uomo è una scimmia, quindi un animale gregario con delle precise gerarchie da rispettare. Calpestare i piedi alla persona sbagliata può causare un mucchio di problemi. Tutti coloro che vogliono evitare lo scontro con il maschio alfa o la scalata sociale, conoscono come comportarsi, ma siccome esistono un sacco di legami trasversali, segreti, ricattatori, come ci si orienta in questa giungla sociale? La maldicenza è la risposta intelligente: ha la proprietà di diffondersi ovunque tranne che verso i diretti interessati. Perché? Perché così si mantiene la stabilità sociale. I diretti interessati potrebbero compromettere la pace del gruppo se sapessero, gli altri invece con la loro ignoranza potrebbero essere altrettanto deleteri. Nel remoto caso che il pettegolezzo arrivasse alle orecchie dei suoi soggetti, non ci sarebbe un colpevole con cui prendersela perché ormai è un fatto di dominio pubblico. Nessuno si fa male. La maldicenza ti avvisa dove ci sono le sabbie mobili. Ti dà una mappa per evitare di finire nella merda. Ecco perché ho saputo dove si trovavano la bocca di una ricercatrice e il pene di un professore. In caso di concorso per un posto, saprei subito contro chi non partecipare. Ti aiuta ad evitare gaffe come il raccontare barzellette sui gay al tuo capo che ha moglie e figli, ma ogni tanto frequenta quel locale un po' ambiguo sulla costa. Dato che di gaffe ne faccio a ruota, come nel preambolo, e non sono al vertice della piramide sociale, smetterò di pensare ai pettegolezzi come al sale e pepe di vite vuote. Anzi, sarò grato a tutti quelli che mi li riferiranno. Raccontare una maldicenza a qualcuno è un segno di amicizia e di grande stima.