giovedì 26 novembre 2009

Un giorno di straordinaria follia

Mi devo sfogare: questo è un post in cui racconto fatti personali, se non siete interessati potete interrompere qui la lettura.
Come ormai è chiaro, da qualche tempo svolgo la professione di informatore medico scientifico. È un lavoro certamente più facile rispetto alla materia che tratto di quando ero dottorando, tuttavia presenta delle grosse differenze e difficoltà legate al contatto con il pubblico e con i medici.
La maggioranza della gente ha un'idea dello scienziato come di una specie di topo da laboratorio, un po' matto, un po' misantropo. Bene, io ero così. A questo punto potete anche immaginare quali sforzi io debba fare per riadattarmi ad un lavoro che prevede un continuo contatto con il pubblico, tra paturnie dei pazienti e medici con i loro scazzi. Non è una delle situazioni più facili in cui mettermi considerato il mio curriculum, però sto lavorando, tiro fuori un sorriso anche quando non vorrei, evito di dare rispostacce a gente che l'educazione non ha mai saputo cosa fosse e magari mi chiama "moscone" perché la mia sola presenza la infastidisce. Transeat. A volte situazioni imbarazzanti provengono dai medici. Uno magari mi dice che degli integratori, qualsiasi essi siano, non sa che farsene, un altro candidamente mi confessa che non è interessato ai prodotti, ma solo ai 5 minuti di tranquillità dai pazienti che posso garantirgli. In soli due mesi di lavoro ho visto e sentito cose che voi umani non potete immaginare della classe medica e ho visto anche cose belle che fortunatamente sono la maggior parte della mia esperienza. Medici cordiali, che mi offrono una sigaretta, mi raccontano i fatti loro come se fossi un amico, mi chiedono ulteriori informazioni sui prodotti, mi stringono la mano sorridenti alla fine della visita e mi dicono di ripassare quando voglio. Oggi è successo qualcosa che fa categoria a sé: premetto che se c'è una cosa che detesto visceralmente è la prepotenza.
È necessario risalire a ieri sera con il racconto perché è lì che ha avuto inizio. Erano le 19:10, tardi rispetto alla fine del giro dei medici che mi ero prefissato, e sono arrivato nello studio di uno oltre l'orario di apertura ufficiale al pubblico. In ambulatorio c'erano ancora molti pazienti, così ho aspettato all'incirca una mezz'ora in sala d'attesa fino a quando il dottore non si è affacciato e  ho colto l'occasione per chiedergli se poteva ricevermi oppure no. Il dottore mi ha detto che era tardi e che c'erano troppi pazienti e che era meglio per me tornare. Ho risposto che mi andava bene e che ci saremmo rivisti l'indomani. Tutto a posto apparentemente.
Stamani mi ripresento in quell'ambulatorio a metà mattina. È pieno di gente e c'è un altro informatore, inizio ad aspettare. Le persone scorrono con una lentezza biblica: 25-30 minuti per ognuna di loro. Nel frattempo nuovi pazienti si accumulano dietro di me. Ad un certo momento il medico esce, controlla chi c'è in sala e dice che dopo una ragazza, che era effettivamente l'ultima persona che dovevo aspettare per il mio turno, ci sono una signora e un signore, entrambi entrati dopo di me. Mi ignora. Io chiedo scusa, ma vorrei sapere a questo punto quando tocca a me: sono quasi due ore che mi trovo lì. Il dottore scatta e mi dice che "A casa sua decide lui", testuali parole, e che "io non gli piaccio perché sono venuto alle 20.00 del giorno prima e alle 12 di quel giorno" (falso, vabbe') e che "se continuo così non ci sarà feeling tra me e lui". Da rimanere basiti. Resto seduto, inghiotto sia la voglia di rispondergli lì di fronte ai pazienti sia l'impulso di andare via lasciando il piccolo dittatore nel suo meschino trionfo. Nessuno deve avergli spiegato che sebbene egli sia proprietario dello stabile dove tiene il suo ambulatorio, non gli appartengono le persone che sono lì né il loro tempo. Quantomeno non gli appartengo io. Decido che è arrivato il momento di colmare la lacuna.
Dopo essersi occupato della ragazza che legittimamente era prima di me, esce e mi invita ad entrare. Sto per dirgli il fatto suo, ma capisce l'antifona con uno scambio di sguardi e prima che possa iniziare mi "invita" a prendere le mie cose e ad andarmene. Io gli dico che non sa cosa sia il rispetto della professionalità altrui. Ritira fuori la frase "A casa mia faccio come mi pare", al che replico "È una casa davvero brutta". Minaccia di chiamare i carabinieri se non me ne vado(!!!) e mentre mi rivesto afferra le mie cose e le butta oltre la porta dello studio anche se gli intimo di non toccare la mia valigetta. Non contento mi afferra per un braccio ed incomincia a strattonarmi. Gli dico di tenere giù le mani, senza essere ascoltato. Tutto questo avviene tra le sue urla e gli sguardi attoniti dei pazienti. Raccolgo le mie cose da terra. Lui sbatte la porta da cui gli dico che è da mandare allo psichiatrico. Inferocito, riapre la porta mi raggiunge sulle scale e mi afferra per il bavero del giaccone. Deve aver visto questa scena in qualche film ed è convinto che è così che mi metterà a posto. Mi urla qualche insulto e mi dice che ora siamo solo "io e te". Appunto. Gli faccio notare che se non vuole che finisca davvero male per lui è meglio che mi tolga le mani di dosso. È qualche centimetro più alto di me, ma ha oltre cinquantanni e non sembra condurre uno stile di vita molto salutare. Molla la presa nell'unico sprazzo di lucidità che ha, ma continua con gli insulti. Mentre scendo le scale mi avverte di non tornare più. A questo punto gridargli "vaffanculo deficiente" è d'obbligo. Mi minaccia di venire a darmele e io gli faccio presente che potrebbe avere un incontro ravvicinato con la mia valigetta[¹]. Resta fermo al suo posto. Poi si incammina  verso il suo feudo di 40m², urlandomi insulti tra cui "informatore scientifico", ma anche io riesco a trovare il modo di fare assomigliare "medico di base" un qualcosa che sta a metà tra parassita e pezzo di merda. Cose che capitano. Degli informatori scientifici che vi "passano davanti" in ambulatorio sapevate già cosa pensare. Ora sapete cosa c'è a volte dietro la maschera del "buon medico di famiglia".

[1] La valigetta che uso ora non è quella semirigida in cuoio senza tracolla, ma quella in cordura imbottita. In pratica è offensiva come un cuscino di piume.

mercoledì 21 ottobre 2009

Relatività femminile




Sulla parete accanto il poster della vaccinazione anti-papilloma virus c'erano queste due perle una vicino all'altra. Di per sé sono messaggi "normali" (se non fosse che una laureata in psicologia debba lavorare come colf), tuttavia nell'insieme innescano quello stridore della logica tipico delle barzellette che scatena il riso. Io ho riso. La qualità delle foto è pessima perché il mio cellulare non mi permette di più, qui di seguito gli stessi messaggi ingranditi:
Per chi non riesce a leggere il primo annuncio dice: Ragazza di 34 anni italiana offresi per baby sitter o pulizie dal lunedì al venerdì serietà...; mentre il secondo recita: signora 23enne laureata in psicologia offresi come baby sitter o come colf nella zona di ...

Sono pazzi questi poster


Non è mia intenzione aprire una rubrica sul tema solo perché a distanza di pochi giorni mi ritrovo di fronte l'ennesimo pannello con su scritte un mix di cose giuste e castronerie, questa volta è toccato alla vaccinazione contro il Papilloma virus e l'occasione è stata irresistibile. Il poster spiega molto bene cos'è il Papilloma virus, quali sono i "ceppi" che causano infezioni croniche che possono portare al tumore alla cervice, come è fatto il vaccino e solite belle cose. Però, c'è sempre un però sennò 'sto post non avrebbe senso, alla voce concause del tumore alla cervice (quindi l'infezione da Papilloma virus c'è già stata) si possono leggere le seguenti: fumo di sigaretta, l'uso prolungato di contraccettivi orali, l'infezione da HIV (e qui si potrebbe obiettare "a questo punto che ti frega del cancro?"), più partner, altre malattie veneree, ecc... Fermiamoci qui. Se nella voce prima c'è l'HIV, che significa già avere rapporti non protetti con persone infette, qualcuno mi deve spiegare a che serve specificare "più partner". "Più partner" non mi sembra quantitativamente diverso da "più volte con lo stesso partner". Intendo questo avvertimento come a dire se sei una ragazza "facile", cioè una che si vuole divertire un po' con quanto la natura l'ha provvista, hai un rischio maggiore di sviluppare il tumore alla cervice. Ma stiamo scherzando?! Sommando quello che ho rilevato precedentemente e questa volta mi viene da pensare che il requisito essenziale per redigere questi poster sia una parziale ignoranza in materia di malattie sessualmente trasmissibili, unita in questo caso ad una certa bigotteria.

lunedì 19 ottobre 2009

Sex and drugs and roll roll roll

È arrivato il freddo senza troppi complimenti e con un lavoro come il mio, che comporta lunghe passeggiate per trasferirsi da uno studio medico all'altro, sto rischiando di farmi le ossa in senso letterale. In attesa dei reumatismi, torno al "farsi le ossa" in senso metaforico.
Quando si entra per la prima volta in uno studio, si cerca di capire subito quale è la politica del medico nei confronti degli informatori medico-scientifici: non tutti ne hanno una e spesso se c'è è draconiana. Bisogna drizzare le orecchie e o parlare con una segretaria se esiste o leggere le affissioni in bacheca al riguardo.
Nelle affissioni si trova altrettanto materiale "interessante" (non per il lavoro) che tra le persone comuni che affollano l'ambulatorio. Oggi ho letto due pieghevoli a loro modo divertenti. Il primo è di una campagna della Regione Marche contro l'HIV con la Trillini e la Vezzali che al grido di "Il miglior attacco è la difesa" ci informano su cosa fare contro l'AIDS. Mi metto a leggere la solita lista di atteggiamenti a rischio che comportano il circondarsi di una luce viola e divenire tifoso della Fiorentina, bla bla bla, il test è gratuito e anonimo, bla bla bla, numero verde, bla bla bla, ma dulcis in fundo ecco le regole da seguire in caso di rapporto occasionale (magari!): indossare il preservativo nei rapporti vaginali, anali e nei contatti tra bocca-pene e bocca vagina.
Mmm, kamasutriana mancanza a parte del mitico bocca-culo di Clercks 2, mi si vuole dire che se indosso il goldone sul totem della felicità posso leccare una passera senza correre rischi di contagio? Finalmente il profilattico ha capacità sovrannaturali! Ridacchio e passo al secondo pieghevole che parla della dipendenza da cocaina. Descriveva nove possibili azioni per uscirne tra le quali la solita comunità, i gruppi di auto mutuo aiuto (A.M.A sic!), il numero di telefono e il sito. Alla fine della suggestiva lettura mi sono accorto, lo ho ammesso a me stesso, di avere anche io un problema con la cocaina: non posso permettermela! È ora che continui il giro dei medici se voglio trovarmi nelle condizioni di centrare l'obbiettivo.

venerdì 16 ottobre 2009

Leggi a quattro zampe

È notizia di qualche giorno fa che verranno inasprite le pene per chi taglia non a scopo terapeutico le orecchie e la coda di cani, gatti e compagnia quadrupede. A causa di ciò, i dobermann incuteranno meno paura con quelle lunghe orecchie pendenti ai lati della testa e verranno sbeffeggiati dagli altri cani, ma azzanneranno con più forza per la gratitudine verso l'umano padrone. Il bel principio di non infliggere inutile dolore agli animali ha finalmente una totale applicazione. Quasi. A tutto l'insieme di cose che non si possono asportare a fini estetici, un'eccezione è stata fatta e che eccezione: palline e ovaie potranno essere rimosse per la sterilizzazione. Mi pare un principio di una limpidezza tale, trasudante così tanto umanesimo, che la prossima volta che l'Anonima Sarda S.p.a deciderà di rapire qualcuno potrebbe trarne spunto: anziché spedire un pezzo di orecchio per certificare ai familiari il possesso e la buona salute del rapito, potrebbe spedire un coglione. Occhio a non pagare che tra poco vi torna a casa un Farinelli! Cosa non si fa per mostrare che si ha ancora un cuore nonostante le circostanze.
Frattanto, una crisi di identità ha colpito gli animali da allevamento intensivo che si chiedono nel poco tempo tra una mungitura e l'altra, un uovo e l'altro, e prima dell'inevitabile mattatoio, se gli uomini si siano scordati di loro o non li considerino animali. Forse sono delle cose. In teoria potremmo farglielo capire: abbiamo insegnato ai pappagalli ad esprimersi e ai gorilla il linguaggio simbolico, tuttavia credo che spiegare loro l'ipocrisia sia davvero l'impresa impossibile.

P.S.: non sono un animalista e mangio regolarmente carne, solo non divido gli animali in quelli che mi fanno pena e quelli che sono buoni da mangiare.

mercoledì 9 settembre 2009

Diesel 9/11

Presto inizierò ad usare tanto gasolio: il lavoro me lo chiede. Sarò uno di quelli che corrono in lungo e in largo per la regione a "informare scientificamente" i medici di quello che dovrebbero prescrivere ai propri pazienti. Lo so, non è il massimo per quello che ho studiato, ma rimane infinitamente meglio di ciò che ho fatto finora, perfino della ricerca a conti fatti. Pensavo al gasolio e al prezzo che ha, che aveva e che tornerà ad avere. Un pensiero venale, ma che mi ha portato a scrivere ancora alcune considerazioni. I quasi 150$ al barile cui veniva venduto il petrolio l'anno scorso torneranno quanto è vero che la domanda si sta allargando più di quanto possa fare l'offerta. La memoria e la mente sono andate a tante cose. La prima di tutte queste cose è la guerra. Dopo 8 anni, deve ancora finire e non ha ottenuto alcuno degli obiettivi che si era prefissata. Almeno non uno degli obiettivi confessabili, di quelli che si possono vendere alle masse e ottenere un sì per mandare i giovani ad ammazzare e a morire. La storia della guerra al terrorismo, delle armi di Saddam e tutte le balle che ci sono state raccontate dall'11/settembre compreso[1], sono balle che ci hanno fatto profondamente male. Che senso ha per una nazione, per l'occidente in generale, crescere in senso tecnologico e scientifico, costruire una società organizzata nella quale è necessario che ci sia più scolarizzazione, più sapere, più scienza, più democrazia, più meritocrazia e dove lo spostamento verticale tra le classi sociali è più facile e poi buttare nel cesso questo capitale? È ciò che è accaduto perché per farci digerire una guerra infinita al terrorismo, la riduzione delle nostre libertà, e una psicosi collettiva, ci hanno dovuto rendere stupidi e ciechi: l'uno è la premessa e la continuazione dell'altro. Costruire favole nere attorno a dittatori tutto sommato insignificanti, potenziare l'immagine di un'organizzazione terroristica che forse è a malapena riuscita in meno di un decimo di quello che gli viene attribuito[2], chiamare la guerra "operazione di pace" e "vittime collaterali" la quotidiana uccisione di civili, descrivere Saakasvili che "rubava" la bandiera dell'EU mentre attaccava l'Abkazia e l'Ossezia come la vittima e non come l'aggressore, tutto questo è stato fatto a noi da noi stessi. Quando la gente viene a patti con delle profonde contraddizioni logiche, perché cerca una risposta qualunque essa sia, il risultato è di devastare secoli di lavoro per diffondere il razionalismo. Una panzana come la "temibile" influenza del virus H1N1 non sarebbe passata attraverso organi di informazione degni di questo nome e una popolazione vigile. Avremmo dei veri anticorpi contro operazioni di terrorismo a fini commerciali e in generale contro le puttanate con cui ci riempiono la testa. Ecco, noi siamo artefici del nostro declino perché abbiamo gettato ciò che avevamo di più caro.
Io credo di sapere quando è successo tutto questo: quando abbiamo subordinato la scienza agli interessi militari e industriali. I buoi sono stati messi dietro al carro, oltretutto al carro sbagliato. La scienza con i suoi prodotti tecnologici ha interessato l'industria bellica e civile fin dall'inizio, tuttavia queste hanno preteso di mettersi alla sua testa e ci sono riuscite. Ne hanno direzionato lo sviluppo, indirizzato gli scopi, deciso con quale velocità andare. Nella fase iniziale ciò non è stato totalmente deleterio: alcuni benefici si facevano comunque strada perché in un contesto totalmente depresso non si può che migliorare. Mentre nel mondo occidentale si diffondeva la scienza, a pari modo iniziava una critica dei sistemi di gestione del potere fino a quel momento adottati e si è arrivati a capire che in una civiltà in costante progresso (scientifico) non c'era spazio né per gli ignoranti né per sistemi oppressivi che si poggiano su di essi. Non si può avere una popolazione altamente istruita, cioè in possesso di informazioni avanzate valide e delle relative capacità critiche, un sistema che tenda complessivamente all'efficienza e alla meritocrazia, insieme ad una dittatura. Siamo all'ossimoro. In questo senso, credo che la diffusione della scienza abbia fatto più di quanto si immagini per la costruzione delle nostre istituzioni democratiche moderne e farà molto di più in futuro se non glielo impediremo. Si sostiene comunemente che la scienza sia neutra, ma si provi ad immaginare se da domani potessimo trarre energia davvero dalla fusione nucleare, cambierebbe qualcosa? Cambierebbe tutto! Regioni della Terra che oggi hanno un'importanza cruciale cadrebbero nuovamente nell'oblio, ma paradossalmente starebbero addirittura meglio. Sparirebbe un'intera economia costruita sull'approvvigionamento e il controllo dei combustibili fossili, controllo che prevede anche l'uso della forza. Il mondo sarebbe totalmente diverso.[3] Per questa ragione la scienza è in grado di creare ricchezza laddove apparentemente non ce n'è, di svegliarci dalle nostre illusioni e renderci più padroni delle nostre vite, di rendere obsoleto di punto in bianco un intero apparato tecnologico e di mandare in pensione i sistemi dirigenziali che hanno fatto della gestione di un determinato problema la propria greppia. Ma anche senza scoperte così cruciali, la diffusione di sapere scientifico e tecnico cambia il modo di ragionare delle persone e di approcciare i problemi. Il progresso scientifico è stato posto ingiustamente al di sotto degli interessi dell'industria civile e bellica. La politica fedelmente segue gli interessi di questi due. Un partito davvero moderno lo si potrebbe distinguere per il peso relativo dato alla ricerca, all'istruzione e all'innovazione. Io voterei senza pensarci due volte un partito che mi offrisse una vita più lunga con più tempo libero, meno angariata dalle fatiche, dalle malattie, dalle carestie, dalle guerre e volta a scoprire il mondo che ci circonda fino ai confini della galassia. Questo partito non dovrebbe fare altro che chiedere una scienza libera e non subordinata agli interessi economici che dosano il progresso secondo la convenienza. Questo sì che rivoluzionerebbe il pianeta e toglierebbe il potere economico da chi ha iniziato "giochini" a somma negativa, in cui però pochi guadagnano dalle molte disgrazie altrui.
Questo sistema ha raggiunto il suo limite: o lo abbandoniamo per quello nuovo che porta in seno, o ci scontreremo con quelli che lo stanno adottando ed hanno dalla loro una forza bruta e numeri superiori, nonché la "fame" che li spinge. Non è escluso che capiscano prima di noi dove sta il vero cambiamento.
Sarà dura, ma ogni grande crisi sistemica nella storia ha visto l'opposizione del vecchio sistema all'emergere della nuova forza, questa forza ora è la scienza con un nuovo razionalismo. L'opposizione, diventata più forte negli ultimi 10 anni, si è realizzata attraverso la regressione culturale e civile, agitando fantasmi ovunque per terrorizzarci e distruggere i controlli razionali, più il solito contorno di guerre: la dimostrazione che pur di non cambiare, si è disposti a danneggiarci tutti. Vale sempre ciò che disse il Satana di Milton riguardo al regnare all'Inferno. Dobbiamo abbandonare il vecchio sistema che non possiamo più mantenere, e ci trascina verso una sconfitta totale. Abbiamo avuto la dabbenaggine di rilanciarlo nuovamente 8 anni fa Ora, passata la penosa e criminale era dei neocon, rimasti però il revanscismo religioso e della "tradizione culturale", dovremmo avere il coraggio di finirlo, ammettere l'errore e cambiare strada prima che il conto diventi molto salato.

[1] Non ho intenzione di affrontare le questioni banalmente liquidate come "complottiste" su questo blog né ora né mai per mia precisa scelta. Se tuttavia credete che tre edifici (WTC1, WTC2, WTC7) , di cui solo due colpiti da aerei, possano cadere nello stesso giorno allo stesso modo sulla verticale dopo che c'è stata una esercitazione (Vigilant Guardian), che ha mandato in tilt i controlli radar e le difese aeree perché, guarda caso, simulava un attacco terroristico con aerei dirottati, allora i complottisti siete voi. Complottisti della fisica.
[2] Fino al punto da rendere necessario truccare un cretino da Bin Laden per sostenere la parte del fanatico che diffonde messaggi audiovisivi improbabili, con risultati davvero ridicoli.
[3] Il bello è che anche se la fusione nucleare e ben al di là da venire, altri sistemi dal costoso Rubbiatron, al solare termodinamico, dagli economici pannelli solari all'eolico sono già qui, ma manca sempre la volontà. Forse ora che la presa sul resto del mondo ci sfugge, inizieremo ad usarli per evitare il tracollo, sempre e comunque oltre il tempo massimo.

sabato 29 agosto 2009

Avanti tutta, anzi no!

Ho appena scritto nell'ultimo post una guida a come installare software a 32bit su Debian/Sid per amd64 con ia32-apt-get, decantandone le lodi che devo subito fare una bella marcia indietro[1].
Per quanto Debian sia considerata la distribuzione adatta ai sub-genius, io sono solo un utente che si sfascia la testa a capire ogni volta come configurare le cose e per questo leggo qui-e-là , uso google a manetta nella speranza di trovare qualcosa di pronto e, solo come ultima risorsa che in realtà dovrebbe essere la prima, leggo il fottuto manuale. I manuali sono delle palle mostruose. Quando scrissi "Debian multiarchitettura amd64 e ia32" avevo fatto tutto questo ed anche di più: ero andato sulla mailing list debian-dev a spulciarmi i messaggi in cui si faceva l'annuncio di ia32-apt-get, ragioni per cui era migliore del sistema precedente e contorno di applausi dagli altri sviluppatori. La nuova via sembrava tracciata, senonché trascorre un mese e alcuni upgrade incominciavano ad essere bloccati e forzarli comportava di nuovo la rimozione di tutte le componenti a 32bit. Mmmm, dove avevo già visto questo film? Nello scorso post! Ma alla fine non avevo risolto tutto con tanto di guida per tutti? Nel frattempo discuto con uno sviluppatore Debian tramite e-mail, faccio la mia solita figurina di ignorante che non sa gli ultimi eventi, e mi viene detto che ia32-apt-get è stato abbandonato perché le masse non l'hanno accolto. Mumble, da quando in Debian si preoccupano delle cosiddette "masse"? Non erano quelli che "la distribuzione esce quando è pronta" e magari passavano 5 anni per una nuova release nonostante le sollevazioni popolari e la gente che abbracciava SuSE e RedHat? Un miglioramento apprezzabile, per carità, ma sicuramente lo sviluppatore cercava di essere molto educato nel dirmi il perché si era deciso di abbandonare ia32-apt-get. Torno ancora su debian-dev per vedere con i miei occhi questa decisione e scopro che la verità è un'altra: ci sono state forti polemiche contro il nuovo sistema.
La gente è portata ad immaginarsi il mondo del software libero come ad un grande movimento di amore per l'umanità post-hippie, ma in realtà si scannano di continuo. Celebri litigate come la volta che Erich Raimond minacciò di praticare il karate su Linus Torvalds e Linus rispondeva che delle arti marziali si occupava sua moglie (campionessa olimpica di Judo), non capitano tanto spesso, tuttavia sotto l'orizzonte del mediaticamente appetibile i litigi sono pane quotidiano. Primo, gli informatici sono gente abituata a pensare in maniera logica quindi se esistono due soluzioni per un problema, una è quella giusta, l'altra è una cagata[2]. Secondo, la maggior parte di loro ha scarsa dimestichezza con la diplomazia, anzi in parecchi pensano che infilare un tot di arguzia nel discorso serve a far ridere la platea e a dimostrare che l'altro è un demente che blatera. Mescolate questi due ingredienti e avrete un'idea del livello di cattiveria che le discussioni possono raggiungere.
Con ia32-apt-get le cose si sono svolte in due tempi, dapprima c'è stato il supporto degli entusiasti per tutti i motivi riportati da me nel precedente post, poi sono arrivati i critici e gli scettici. Sono stati astuti perché hanno portato l'attacco quando lo slancio iniziale era scemato, sono stati proprio stronzi[3] perché hanno scompaginato le cose a metà progetto. Alcuni di questi hanno addotto che il sistema presenta rischi per la sicurezza e che delle semidivinità chiamati ftpmaster[4] avrebbero bloccato il progetto per tale motivo[5]. Altri che il progetto si poteva fare meglio per esempio rendendo facile la creazione di un ambiente chroot per gli utenti. Il tutto è riassunto in questo thread, partito proprio per iniziativa di un ftp-master per ridiscutere il tutto. Nella mia testa leggevo e pensavo: ma gli ftpmaster, questi esseri supremi che hanno potere di veto su tutto in Debian, non potevano dire la loro prima che il progetto ia32-libs-tools partisse? E questi altri con le idee migliori non potevano sviluppare la loro magnifica idea anziché distruggerne una? Un'idea che non mi pare affatto magnifica perché una volta lessi come si costruisce un ambiente chroot e mi sembrò la descrizione dell'inferno, tanto che preferii fare a meno di certe funzioni piuttosto che impelagarmi in quella faccenda.
La morale è che dei teppisti dialettici possono fare abbastanza casino da far abortire un progetto che avrà avuto dei difetti, ma non era nemmeno uscito dal bozzolo. Il tutto per tornare al vecchio sistema considerato universalmente dispendioso, orribile, stupido, ecc. Ora, tutti coloro tipo me che sono saltati sul nuovo sistema devono fare marcia indietro, installare ia32-libs e ia32-libs-gtk e reinstallare skype, wine e compagnia. L'operazione di per sé non è traumatica: è quello che si è fatto fin dall'alba di Debian amd64; ma quello che davvero mi fa girare i cosiddetti è che la famosa considerazione per gli utenti ha sempre un limite e quel limite a me pare sia l'ego smisurato di alcuni sviluppatori.

[1] Non tolgo il precedente post solo perché in questo mondo di matti, potrebbe benissimo tornare utile di nuovo.
[2] I problemi nascono quando per esempio una soluzione sul breve termine è ottima, mentre un'altra lo è sul lungo, a questo punto solo le proprie convinzioni nell'una o nell'altra sono i veri motivi dello scontro. Ah, poi c'è qualcuno che anziché
solo pensare le cose, le realizza pure.
[3] C'è sempre qualcuno che agli argomenti preferisce i mezzucci o che non disdegna di usarli anche quando ha buone idee.
[4] Sono dei responsabili del progetto Debian che decidono cosa è buono è cosa no, il loro giudizio è insindacabile anche perché sono due e controllano i server Debian. Finora hanno agito a fin di bene, pare...

giovedì 30 luglio 2009

Debian multiarchitettura amd64 e ia32

Chi sta sul ramo Sid di Debian amd64 avrà notato che da un po' di giorni è "impossibile" aggiornare dei pacchetti di software per via di dipendenze non soddisfatte. Il tentativo di forzare le dipendenze con apt-get o aptitude quasi sicuramente si risolverà nella disinstallazione di wine, skype e le librerie di supporto ai programmi a 32bit. Cosa succede? All'interno dei processori a 64bit di AMD e Intel, praticamente tutti i moderni processori a singolo e doppio core, esiste un cosiddetto "compatibility mode" grazie al quale è possibile eseguire programmi a 32bit in un sistema operativo a 64bit, purché si abbiano le relative librerie. Fino ad ora, chi aveva installato una Debian amd64, cioé l'architettura che supporta sia i veri e propri AMD64 sia gli Intel Core 2 Duo, trovava all'interno dell'albero del filesystem la cartella /emul che contiene le librerie che fanno funzionare una manciata di programmi a 32bit. Nella mailing list degli sviluppatori Debian è stato deciso che è superfluo e difficoltoso mantenere delle librerie separate a 32bit per il funzionamento di questi programmi all'interno dell'architettura amd64, quando esiste un intera architettura a 32 bit dedicata che è disponibile da sempre per i processori i386. Questa decisione riguarda anche Ubuntu e un wiki che la spiega può essere letto qui. Le librerie che Debian ha deciso di abbandonare si chiamano ia32-libs e ia32-libs-gtk[¹]. Le ragioni principali di questa scelta sono che la loro compilazione e memorizzazione occupa CPU e spazio su disco dei server Debian e che è ormai un inferno mantenerle aggiornate. Questi pacchetti infatti sono in realtà una collezione di librerie a 32bit e quando cambia un singolo elemento bisogna rifare tutto da capo. Probabilmente questa soluzione che è ora alle corde è stata adottata a suo tempo perché si pensava che, prima o poi, tutto il software sarebbe stato portato a 64bit, consentendo di fare a meno di programmi non nativi e relative librerie. Purtroppo questa transizione completa non c'è stata e due programmi di largo uso quali skype e wine sono ancora lì. Che in tre anni non sia uscita una versione di skype, non dico a 64bit, ma che tenga il passo con le versioni per Windows è solo colpa della trascuratezza di skype. Dal canto suo wine replica le API di windows a 32bit e temo che non abbia senso portarlo a 64bit. Fin quando avremo bisogno di far girare programmi a32bit per Windows sul nostro sistema, ce lo terremo così.
Veniamo alla transizione. Una volta che in Debian si è stabilito che usare ia32-libs e ia32-libs-gtk era deprecato, come si poteva procedere? Come si poteva evitare che le librerie a 32bit e quelle a 64bit, così come i programmi, non si confondessero e sovrascrivessero tra loro? La risposta è stata ia32-apt-get. Con questo sistema voi installate una versione di apt-get che attinge direttamente dai pacchetti contenuti nell'architettura i386 e automaticamente li converte per amd64 separandoli nella directory /lib32 e /usr/lib32 anziché in /lib e /usr/lib come accadrebbe normalmente. Inoltre rimuove tutti i file che sono doppi delle rispettive versioni a 64bit come le pagine di man, README, note di rilascio e compagnia. È ora di mettere mano a questo sistema innovativo.
Innanzitutto si deve installare ia32-apt-get, questo porterà via le librerie attualmente deprecate e programmi associati. Va bene così, dopo si reinstallerà tutto. Vi sarà anche chiesto se volete limitare la presenza di pacchetti a 32bit alle sole librerie oppure estenderla a tutto. Nonostante il messaggio sia abbastanza allarmistico, chiederete tutto "All". Dopo configureremo il sistema in modo da evitare i pericoli segnalati da questo messaggio. Subito dopo, la lista /etc/apt/source.list sarà convertita per ia32-apt-get e la troveremo in /etc/ia32-apt/. Molto semplice. Procediamo come ci viene indicato dalla pagina di README.debian del pacchetto ia32-apt-get. Le fasi successive sono le seguenti:

  • modificare la lista dei repository Debian /etc/apt/source.list D'ora in avanti ogni voce all'interno del file viene trattata come valida per entrambe le architetture. ia32-apt-get scaricherà gli indici dei pacchetti sia da amd64 sia da i386. apt-get invece continuerà a comportarsi "normalmente" e scaricherà sempre da amd64. Se si vuole modificare il comportamento di ia32-apt-get, bisogna usare questa sintassi nelle voci di source.list:
    deb [arch=xxx] uri ecc...
    Per esempio: deb [arch=i386] http://ftp.it.debian.org/debian/ ecc..
  • Fare spazio nella memoria cache di apt. Probabilmente avrete degli errori come Dynamic MMap ran out of room. Editate il file /etc/apt/apt.conf in modo che contenga una linea cosi:
    APT::Cache-Limit "50000000"
    La misura del limite è in byte, quindi la mia corrisponde a circa 50MB. Dato che gli indici scaricati raddoppiano, è una quantità opportuna.
  • Convertire a "manina" la lista /etc/apt/source.list. Andate in /usr/share/ia32-apt-get/ e con sudo ./convert-all-sources.list riconvertite la lista dei repository Debian. Questo vi serve ogni volta che editate /etc/apt/source.list per sincronizzare la versione in /etc/ia32-apt/source.list
  • Stabilire la priorità dei pacchetti, il cosiddetto pinning, in modo da evitare che apt-get "preferisca" i pacchetti dell'architettura i386 e succeda quanto premesso dall'avvertimento. Editate quindi /etc/apt/preferences in modo che contenga queste righe:

    Package: *
    Pin: release a=unstable-i386
    Pin-Priority: 400

    Package: *
    Pin: release a=testing-i386
    Pin-Priority: 300

    Modificatele a secondo che preferiate testing ad unstable. Naturalmente la Pin-Priority deve essere molto più bassa di quella dei pacchetti provenienti dai repository che per voi hanno la precedenza. Nel mio caso, i pacchetti amd64 hanno di default una Pin-Priority superiore a 900.
Ora lanciate ia32-apt-get (sudo ia32-apt-get update) e vedrete che scarica gli indici dei pacchetti sia da amd64 sia da i386 e alla fine "fonde" questi indici. Se lo avete impostato bene, quando gli chiedete di installare un pacchetto, prima vede se è disponibile per amd64, se non c'è lo scarica da i386. Nel caso in cui presenti una indecisione si può specificare così:
sudo ia32-apt-get install ia32-nome_pacchetto [²]
Come suo solito ia32-apt-get risolverà automaticamente le dipendenze.
Facciamo due esempi pratici: skype e wine
Scaricate skype direttamente dal sito skype.com perché i repository attualmente consigliati nel README.Debian non sembrano funzionare. Spostatevi nella cartella dove si trova skype_qualcosa.deb e installatelo con:
sudo ia32-dpkg -i skype_qualcosa.deb.
Come si vede, esiste una versione di ia32 di dpkg che vi lascerà delle dipendenze irrisolte. Le metterete a posto con:
sudo ia32-apt-get -f install
Installate wine, provate con:
sudo ia32-apt-get install wine vi dirà che ci sono delle dipendenze rotte :)
Bene, allora:
sudo ia32-apt-get install ia32-wine. Questo funzionerà.

L'ultimo esempio serviva a far capire che fin quando esisteranno programmi a 32bit pacchettizzati per amd64 il nome da usare non va preceduto da ia32. Se invece questa pacchettizzazione per amd64 non c'è o ci sono dipendenze incomplete/rotte si usa mettere il prefisso ia32-nome_pacchetto per specificare a ia32-apt-get di prendere il pacchetto dall'architettura i386. Da questo momento in poi si potrà usare apt-get per aggiornare e installare programmi per la parte amd64 del sistema, e ia32-apt-get per aggiornare e installare programmi da entrambe le architetture(amd64, i386). A voi la scelta.


[1] Pare che qualcuno si farà carico di mantenere ancora queste librerie, ma il vecchio sistema sarà incompatibile con quello nuovo.
[2] Dovete digitare il comando completamente perché l'autocompletion di ia32-apt-get non funziona ancora.

venerdì 10 luglio 2009

Software in libertà vigilata

Quando non si capisce l'essenza di una cosa, ma si pretende ugualmente di parlarne il risultato è uno solo: merda. GNU/Linux è il soggetto preferito da tutti quelli che vogliono scrivere cose tecniche, ma non ne capiscono un'acca[¹]. Non parlo di programmazione, ma della filosofia che c'è dietro che è comprensibile pure da chi non ha competenze per scrivere "Hello World!" in C. Due esempi sono questi articoli di Renai LeMay e Mitch Wagner(1,2) sull'annuncio che Google produrrà un proprio sistema operativo basato su Linux, che si chiamerà Chrome OS, e che sarà accessibile a livello sorgente da ottobre prossimo. Lasciamo perdere che uno dei due articolisti mette in dubbio che Google sia capace di produrre un sistema operativo in un anno. Non stanno partendo da zero e conoscendo Google, direi che a occhio e croce questo sistema operativo c'è già e a ottobre prossimo si ufficializzerà la cosa rendendo disponibili i sorgenti. Voglio invece focalizzarmi sul punto su cui entrambi concordano riguardo a Chrome OS: sarebbe un sistema di troppo se non addirittura un potenziale alleato della Microsoft! Questa frase contiene ben due preposizioni demenziali che si sentono dire quando una nuova distribuzione di GNU/Linux esce e si presenta al resto del mondo.
La prima preposizione demenziale è che una nuova distribuzione Linux danneggi il mondo dell'open source e GNU/Linux stesso. Cioè che una cosa che arricchisce il panorama del software libero nello spirito di fornire qualcosa in più, in realtà lo danneggia. L'appiglio apparentemente razionale è che così si frammenta la base utenti/sviluppatori. Io non ho mai sentito parlare di un fantomatico ufficio risorse che dispone come suddividere il capitale umano del software libero. Stando a questi due signori un tale ufficio sembra esistere e ultimamente ci ha comunicato: ne è saltata fuori un'altra, pregasi di stringersi un po'! Ogni distribuzione nasce con la voglia di dire la propria e chi si imbarca in uno specifico progetto lo fa perché o non ha mai trovato nulla che lo soddisfacesse appieno oppure pensa che così potrà esprimersi personalmente al meglio, cioè fare qualcosa che gli altri non fanno. In un quadro del genere, il gioco può solo avere risultati positivi o al peggio spostare un po' le cose. In compenso, se il prodotto piace perché azzecca quello che hanno mancato gli altri, ci saranno un sacco di nuovi utenti in più interessati a GNU/Linux. Ma la cosa davvero bella è che essendo questo il mondo dell'open source tutti potranno copiare la nuova idea e migliorarsi. La storia di Ubuntu, che a quanto pare è la distribuzione preferita da LeMay che nel titolo del suo articolo sinteticamente dice: "No thanks Google, we've got Ubuntu"; è proprio un esempio di quanto ho detto. Ubuntu è nata da Debian, che è sempre stata considerata la distribuzione per i "Sub-Genius", per avere un un ambiente GNU/Linux facile e adatto a tutti. Il finale lo sappiamo: Ubuntu ha avuto un successo che Debian non ha mai visto e mai vedrà, perché Debian non si è mai focalizzata sulla facilità d'uso. Secondo l'ottica di LeMay, 5 anni fa Ubuntu non sarebbe dovuta nascere per non danneggiare Debian.
La seconda preposizione demenziale, questa più in bocca a Mitch Wagner, è che una nuova distribuzione possa aiutare indirettamente Microsoft. C'è una componente umana del software libero che quando si masturba, fantasticando di abbattere la Microsoft, perde di vista il motivo per cui esiste il software libero. A questi signori faccio presente che la Microsoft ancora non aveva prodotto DOS, quando Stallman pensava ad uno Unix libero. Stallman voleva mantenere intatto lo spirito di collaborazione e scambio di idee che aveva caratterizzato il lavoro dei primi hacker. Uno spirito che gli Unix proprietari stavano distruggendo. Insomma, sembra strano ricordarlo: il software libero è nato per dare più libertà a tutti, non per distruggere la Microsoft. A parte il fatto che mi sembra che sia un cattivo uso della libertà indirizzarla non al godersi delle cose belle, ma a odiare qualcuno. Non lo condivido, ma se ti piace, fallo. Tuttavia non dirmi che io dovrei essere meno libero perché così, tutti insieme, compatti, distruggiamo la Microsoft. Perché stai tentando di farmi rinunciare al motivo principale per cui uso GNU/Linux.
Detto questo, auguri a Google e al suo Chrome OS. Se avrà successo sarà a beneficio di tutta la comunità open source. Anche di quelli che ancora non hanno capito perché si chiama software libero.


[1] Il mondo dell'open source, avendo una propria filosofia oltre che una componente tecnica, si presta allo stesso livello di chiacchiericcio della metafisica.

martedì 30 giugno 2009

2012. La fine di Berserk

Il 2012 è una data che a vario titolo viene citata come il giorno in cui alcune profezie si daranno appuntamento per distruggere l'umanità e, forse, anche il pianeta. L'argomento più forte per questa tesi è che i Maya hanno sempre usato un calendario estremamente preciso diviso in grande computo e piccolo computo che, guarda caso, vede terminare il grande computo proprio quel fatidico 21 dicembre 2012[¹].
Il fatto che i Maya fossero così esperti di astronomia da sacrificare degli esseri umani strappandone il cuore dal petto per far sorgere il sole, non ha insospettito nessuno. E dire che per molto meno in ambito di chirurgia inutilmente invasiva[²] hanno chiuso recentemente delle cliniche tutto sommato rispettabili. Che volete farci? Il fascino delle profezie dona dignità a tutti i cialtroni anche a quelli che continuavano riti barbari smessi da secoli nel resto del mondo. Purtroppo i millenaristi che menano sfiga e i seguaci della new-age sono sempre in cerca di tali cialtroni da adorare.
I millenaristi attendono la fine del mondo da più di un millennio e bisognerebbe ribattezzarli bimillenaristi. Il primo loro errore è quella fissa che un po' ci accomuna per i numeri tondi (1000, 2000, ecc...) unita alla loro peculiare fissa per la bibbia: non si rendono conto che per altre culture contemporanee non siamo nel 2009. Per esempio per i cinesi siamo nel 4707, nel 5770[³] per gli ebrei e così via. Psicologicamente siamo quindi portati a dare significato a cifre di comodo, come se un 1000 fosse più importante di un 1613. Probabilmente si tratta di un retaggio di quando si usava il mille per indicare qualcosa di qualitativamente grande. Se poi ci fosse una validità astronomica nelle date varrebbe la pena drizzare le orecchie, ma il nostro calendario si fonda sulla controversa data di nascita di Gesù Cristo[4] che non è legata ad eventi celesti rilevanti, se non il solstizio di inverno. E questo per fregare la poltrona a Mitra e ad altri culti solari.
I seguaci della new-age per cui siamo entrati nell'era dell'Acquario, l'era dei grandi cambiamenti, tendono a discostarsi dalle date della tradizione cristiana per aggrapparsi a tutte le altre: l'importante è rimandare visto che tutte queste date passano come al solito. Infatti il problema principale su cui i due gruppi convergono è mantenere la presa su tutti quelli che comprano i libri che trattano la fine del mondo, da Nostradamus a Zecharia Sitchin passando per l'ennesima interpretazione dell'Apocalisse di Giovanni. Se girate internet vedrete che qualcuno già mette le mani avanti e sostiene che il 2012 è solo una data indicativa e che tutto potrebbe verificarsi nel 2016-2018. Meno male! E io che credevo che indicare il mese e il giorno fosse un segno di precisione. È come dire: stasera alle 21.00 ci vediamo in piazza, più o meno 200km.
Mi piace la letteratura fantastica, ma torturarmi con il filone della fine del mondo nel 2012 non ha granché senso nemmeno se fosse vero, visto che potrei sparire molto prima per cause più banali. Gli stoici ce lo insegnano. A questo genere di letteratura di serie b preferisco un fumetto schiettamente apocalittico per le vicende narrate: Berserk di Kentaru Miura. Ci sono un sacco di massacri e scontri tra mostri e semidivinità. Generalmente gli uomini finiscono nel mezzo e crepano in numeri consistenti, eccetto il protagonista che cerca di rimanere uomo libero e vivo. Era un fumetto innovativo qualche anno fa, quasi 15, poi è diventato un polpettone fantasy che si trascina così da 30 numeri. Anche qui vale il discorso di non perdere i lettori-seguaci sebbene in questo caso nessuno si faccia male, come quando non si dorme pensando al 2012[5]. Eppure c'è qualcosa che accomuna il fumetto alla data. Vox populi, pare che l'ultimo numero di Berserk sarà il 74. Siamo al numero 65 e più o meno escono 2-3 numeri all'anno. Agli attuali ritmi dell'autore, tra 9 numeri, cioè circa 40 mesi, cioè a novembre-dicembre 2012, Berserk finirà! I Maya avevano davvero previsto un evento epocale! Se poi ci fosse davvero la fine del mondo per lo scontro con un pianeta, per l'inversione dei poli magnetici o per lo slittamento della crosta, chi-se-ne-fre-ga? Basta che la terra non tremi troppo, che mentre leggo mi da la nausea.

[1] Qui ho trovato varie fonti discordanti: chi dice il 23, chi il 24 di dicembre. Non ci faremo prendere dall'ansia per questo, spero.
[2] Per tacere del consenso del paziente/vittima...
[3] Evidentemente si sono inventati da dove iniziare a contare. Ad essere precisi contano dalla supposta data della creazione del mondo.
[4] Non intendo dibattere sulla persona storica di Gesù, intendo solo rilevare la contraddizione tra la data di nascita ufficiale in relazione al censimento romano che però è avvenuto 6 anni prima.
[5] Un amico mio è abbastanza preoccupato.

giovedì 16 aprile 2009

La nobile arte della maldicenza

Vado in palestra come da molti anni, ma ultimamente sempre più fiaccamente: gli esercizi sono diventati la parte difficile, il chiacchierare di cose sceme il momento migliore. Stasera c'è stato anche il momento della gaffe... Mentre non c'era nessuno con cui parlare, ho preso in mano un giornalino locale, di una radio locale, che parla di problemi molto locali, tipo: il marciapiede sotto la radio locale è rotto, perché questi amministratori locali non fanno un cazzo? E mentre leggo questo trattato di cultura, arriva l'istruttore, anche egli prodotto tipico locale D.O.C, che prende un numero di "Natural Bodybuilding & Fitness", l'unica rivista di settore ammessa dalla proprietaria dopo la scoperta che anche da noi alcuni prendono anabolizzanti (uh, che sorpresa!), e mi si mette a sfogliarla alla ricerca di gnocca. Mi dice: Dai guarda questa, mi vuoi dire che non è bella? E sfida il mio gusto in fatto di donne, notoriamente raffinato. Giro un po' di pagine e tra donne arrostite dalle lampade che sembrano dei nerboruti maschioni che indossano bikini, c'è qualche bellezza che conserva alcuni brandelli di femminilità rimasti attaccati alla She-Hulk che cresceva in lei. Codesta, che per il mio metro di giudizio è appena passabile, è la Dea Bellezza per l'istruttore e si trova nel paginone centrale in formato poster staccabile. Una biondona di nome Kelly Kelly, con vestitini attillati e atteggiamenti da "estetica del porno". Decido che è l'ora di fare la mia parte nella guerra del testosterone e stacco la pagina. Chiedo: dove possiamo appenderla? Farebbe una bella figura... Nel mentre entra l'unica donna carina, anche se non da paginone centrale, che frequenta la palestra nei miei orari e mi becca ad agitare il poster come un adolescente in cerca di un bagno.
Ciao.
Ciao. Ehm, Sto cercando di ribadire la mia eterosessualità...
Rimetto al suo posto il paginone centrale e il testosterone. L'istruttore ghigna. Tra me e me penso che mi è andata bene, perché stavo per fare un commento sui pantaloncini attillati di Kelly Kelly e certe "gobbe di cammello". Torno in quella zona dopo un po' per incontrare un amico che usciva. Dallo scherzare su come si vestiva (camicia di lino con 16°C!) si è passati al perché si vestiva così: andare a fare il piacione con una donna. Dalle confidenze personali si è passati alle maldicenze. Mi indica una sui 45 che sta facendo lo stepper: quella là è sposata e va con un mio amico che ha due anni più di me. Pensa che ne ho 26! Che schifo!
Colgo la sfumatura e dico io: magari conta più l'esperienza. Quella a 45 anni farà sicuramente sesso in modo memorabile.
Il mio amico mi guarda disgustato: Devo andare. Ciao.
Ciao.
Al che incomincio a pensare per quale diavolo di ragione sono venuto a sapere che un tizio, che non conosco va a letto con una di cui non mi frega nulla. Ci deve essere una ragione o ho solo sprecato altri 5 minuti della mia vita oggi? Rimugino. La maldicenza, la calunnia e il pettegolezzo sono diffusi come la polvere, anzi spesso il primo segno che si entra in un gruppo è il conoscere i piccoli, sporchi segreti degli altri. Bisogna farci caso, l'uomo è una scimmia, quindi un animale gregario con delle precise gerarchie da rispettare. Calpestare i piedi alla persona sbagliata può causare un mucchio di problemi. Tutti coloro che vogliono evitare lo scontro con il maschio alfa o la scalata sociale, conoscono come comportarsi, ma siccome esistono un sacco di legami trasversali, segreti, ricattatori, come ci si orienta in questa giungla sociale? La maldicenza è la risposta intelligente: ha la proprietà di diffondersi ovunque tranne che verso i diretti interessati. Perché? Perché così si mantiene la stabilità sociale. I diretti interessati potrebbero compromettere la pace del gruppo se sapessero, gli altri invece con la loro ignoranza potrebbero essere altrettanto deleteri. Nel remoto caso che il pettegolezzo arrivasse alle orecchie dei suoi soggetti, non ci sarebbe un colpevole con cui prendersela perché ormai è un fatto di dominio pubblico. Nessuno si fa male. La maldicenza ti avvisa dove ci sono le sabbie mobili. Ti dà una mappa per evitare di finire nella merda. Ecco perché ho saputo dove si trovavano la bocca di una ricercatrice e il pene di un professore. In caso di concorso per un posto, saprei subito contro chi non partecipare. Ti aiuta ad evitare gaffe come il raccontare barzellette sui gay al tuo capo che ha moglie e figli, ma ogni tanto frequenta quel locale un po' ambiguo sulla costa. Dato che di gaffe ne faccio a ruota, come nel preambolo, e non sono al vertice della piramide sociale, smetterò di pensare ai pettegolezzi come al sale e pepe di vite vuote. Anzi, sarò grato a tutti quelli che mi li riferiranno. Raccontare una maldicenza a qualcuno è un segno di amicizia e di grande stima.

martedì 3 marzo 2009

Qualcuno su Internet ha torto

Occuparsi di ogni singolo idiota che su internet scrive per riflesso condizionato è un'impresa immane e del tutto inutile. Sono troppi e rimane il problema di essere coinvolti in discorsi senza fine. Avete mai visto un idiota arrendersi e ammettere di esserlo? Si può vincere un idiota solo in presenza di un pubblico, ovviamente meno idiota, che riesca a comprendere le argomentazioni e a schierarsi. Questo comporta almeno un paio di problemi: se il pubblico è stupido e/o plagiato, sarete voi a fare la figura dell'idiota a dispetto delle vostre ragioni, se l'idiota ottiene ragione, si convince ancora di più di essere dalla parte del giusto. Poi rimane il dubbio amletico: ho avuto ragione, sono forse io l'idiota? La cosa più saggia sarebbe un'altra. Per dirla sinteticamente con Arthur Bloch: non discutere con un idiota: la gente potrebbe non capire la differenza. Purtroppo io non sono sempre molto saggio, spesso l'opposto, inoltre alcuni idioti sono più dannosi di altri perché hanno un seguito e meritano di essere arginati.
Parto con l'esempio lampante di idiozia da blog. L'anno scorso si montò un caso di "blog antisemiti" perché un tizio con un Q.I. inferiore al numero di scarpe aveva pubblicato una lista con i nomi di professori che sostenevano la causa d'Israele e invitava al loro boicottaggio. Nello stesso sito, il blogger si proclamava Re Shaulos II (non si sa nulla di Shaulos I) e si metteva come regina, con ottimo gusto, Nicole Kidman. Guardando questi elementi, l'impaginazione e il resto dei contenuti non si poteva che ridere. Invece un'idiozia tira l'altra: la notizia fu pubblicata e ripubblicata (c'è il gioco di parole qui), con il solito enorme scandalo su questa ennesima lista di proscrizione antisemita. Nessuno andò a controllare che la lista altro non era che un copia/incolla da un sito filoisraeliano che elencava appunto i propri sostenitori. Il colmo è stato che il blog di Shaulos totalizzò in quei giorni il record di contatti, prima di essere chiuso.
A parte la simpatica digressione, non intendo occuparmi di questo tipo di idioti, perché basta avere un'intelligenza superiore al redattore medio di Repubblica per scansarlo. Esiste un'altra tipologia pericolosa di blogger che vengono linkati, ripostati, fanno i "maître à penser" su diecimila altri siti. Tra questi prendo il migliore: Uriel, il minkiadestra. Lo chiamo minkiadestra perché egli stesso si definisce così; spero non si offenda. Se invece si offende, chissenefrega? Il suo blog è lì a testimoniare che non serve argomentare o discutere con gli altri per avere ragione, basta passare direttamente alla fase degli insulti. Io non sarò da meno. I blog esistono per dare sfogo alle proprie velleità di pensatore, di scrittore, di ragazzina sedicenne in crisi religiosa, ecc. www.wolfstep.cc è tutto questo, soprattutto la parte della ragazzina sedicenne (capirete perché più avanti ;). Uriel però riesce a far credere (ai gonzi) di essere un tuttologo in grado di disquisire di economia, politica, storia, geopolitica, informatica, strategia militare, biologia il tutto con eguale capacità. Orbene, dalle mie parti, si può ottenere o una vasta cultura non molto approfondita o una conoscenza profonda di alcune cose, ma non ampia. Una combinazione delle due al meglio non è possibile, al peggio sì: una conoscenza superficiale di poche cose (= ignoranza totale). Il trucco quando si è così sfortunati è di riuscirla a spacciare per il suo contrario. Il primo escamotage è quello di selezionare i commenti e coccolarsi un'utenza che è convinta di essere speciale perché è ammessa alla corte di re Minkiadestra[¹]. Ecco che il tipico utente non censurato del blog di Uriel è in grado di passare il filtro se scrive cose tipo: sei geniale; hai detto tutto tu; che sintesi e non avrei potuto scrivere di meglio[²]. Mi sembra davvero in linea con chi si fregia di odiare il pensiero banale: circondarsi di yesmen. Questi utenti fungono anche da cagnetti da guardia (quindi andrebbero ridenominati yesdog) da scagliare in caso di bisogno contro quelli che contestano Uriel dentro e fuori dal blog.
I pochi contestatori, che hanno "licenza" di replicare fino a quando funzionano da sparring partner, premettono sempre: sono d'accordo con te, ma... Così facendo sperano di passare un filtro che non è semplicemente draconiano, ma è una vera e propria forma di censura contro chi la pensa diversamente. I contestatori per quanto siano educati stiano certi che potranno continuare fino a quando sarà utile a glorificare il re. Poi l'oblio.
Un altro cavallo di battaglia di Uriel è l'auto-definirsi "apolitico", cosa che aiuta ad attirare tutti quei poveri derelitti di sinistra che vogliono discutere "intelligentemente", ma mai metterebbero piede nel blog di un forzaitaliota o di un leghista e giammai ne farebbero pubblicità su altri siti. Il motivo per cui si definisce apolitico è che non è stato mai a votare. Già qui mi suona un po' come quelli che praticano la castità e vorrebbero spiegarti come/quando/perché fare sesso. Transeat. Il bello è che Uriel ha almeno 5 anni in più del sottoscritto, il che ne fa un quasi quarantenne che aveva diritto di voto quando c'era il proporzionale e un'infinità di partiti tra cui scegliere. Se non ha votato nemmeno in quelle condizioni, probabilmente è perché la sua idea di politica si avvicina a quella di certi vecchietti rimasti senza referenti nel 1943. Solo un'illazione la mia? Può darsi. Allora si provi a spiegare perché ogni suo intervento di critica è sempre ed esclusivamente rivolto alla sinistra, con tanto di insulti: idioti, anticontroboicottari, farlocchi, ecc. Se è con la critica che si cresce, non potrebbe ogni tanto tentare di migliorare anche la destra? Mi pare ne abbiano bisogno da quelle parti. Oltretutto sono al governo e non potrebbe esserci servizio più utile. Il resto dei suoi argomenti, che in linea di principio pretendono di distanziarsi dal pecorume, guarda caso, ricadono sempre nelle ragioni della destra (e del più forte). Povero Uriel, ci prova con tutto sé stesso a volare alto, ma non ci riesce. Una fatina dalle ali spezzate.
Arriviamo alla finzione di competenza. Fingere di essere competente a tutto campo quando si amministra il proprio blog è un giochetto, se si censurano i pareri contrari e si spazia con semplicismo negli argomenti che ai più sono sconosciuti. Gli ignoranti che lo leggono si illudono di capirci finalmente qualcosa, poi si profondono in inchini e leccatine varie aumentando l'aura di onniscenza. Quello che invece è davvero competente dell'argomento proverà a ribattere e finirà più o meno nei guai, il tutto dipende dalla sua capacità. Mi spiego. Arriva il punto in cui Minkiadestra tira fuori un qualche (falso) iper-tecnicismo che l'interlocutore non sa ribattere ed ecco che vince lo scontro. È capitato che discettasse di evoluzionismo e che concludesse di non credere che l'evoluzione sia regolata dal caso e dalla selezione, per via dei numeri coinvolti. Parole sue:
«se hai 17.000 gruppi nel DNA della giraffa, produrre la giraffa è una problema di simplesso in uno spazio di dimensione 17.000. Quando chiedi ai biologi come si sarebbe risolto, rispondono"selezione", cioè un metodo di secondo ordine: tagli la cima di una gaussiana.»


Mumble, mumble, che vuol dire simplesso[³]? Scrissi ad un noto Professore di Matematica che non nomino solo per non coinvolgerlo in una diatriba tutto sommato piccina, molto gentilmente mi rispose così:
«il problema della bassa probabilità degli organismi angustia molti, che mi sembrano però da un lato poco a loro agio con la probabilità (una mano di carte ha anch'essa una bassissima probabilità, ma qualche mano deve per forza uscire. Nemmeno un evento a probabilità NULLA sarebbe impossibile, se lo spazio delle probabilità è infinito). 17.000 dimensioni sembrano un'enormità se le si guarda in astratto, ma in concreto la meccanica quantistica usa regolarmente gli spazi di Hilbert, che di dimensioni ne hanno infinite, ma nessuno solleva mai problemi per le particelle, solo per le giraffe. Chissà perché...»
Quando questa tecnica di farfugliare cose che dovrebbero risultare incomprensibili ai più, delle formule magiche per mettere a tacere i dubbi (capirete presto perché di quest'altra allusione), non funziona, mette in bocca all'interlocutore cose mai dette. Non è una bella genialata?! Si costruisce l'avversario a misura sua per poi abbatterlo. Ecco un esempio:
«Ebbene, gli anticontroboicottari hanno scoperto una cosa: che i proiettili all’uranio impoverito possano provocare il cancro. Oh, beh: considerato che bruciano viva le gente dentro i carri, direi che sia l’ultimo dei problemi. Ha senso, secondo voi, chiedersi se un’arma progettata per bruciare vive le persone possa dare problemi di salute?»
C'è qualcuno che può aver obiettato davvero una cosa del genere? Nell'eventualità, ha senso considerarlo un argomento generico cui ribattere? È abbastanza palese, forse non per Uriel, perché c'è chi è contrario all'uso delle armi al D.U. A Minkiadestra piace vincere facile e si inventa un cretino che si preoccupa della salute dei soldati dentro al tank e non di quella di tutti gli altri.
Potrei continuare ad libitum nel contestarlo: purtroppo questo blogger ha pure una certa prolificità nello scrivere ed uno stile accattivante, lo ammetto. Oltre che sputare sentenze con la consueta violenza verbale, è pure scrittore di fantascienza, giocatore di rugby e praticante di arti marziali. È incontenibile. Mi sono anche incuriosito di cosa potesse avere prodotto al di fuori del suo blog. Ho passato qualche minuto su Google con solo il suo nickname ed un po' di pazienza. E magicamente è venuto fuori che Uriel alias Levoivoddin Eskeddan Thornassin an Cinnabar è il promotore del sito www.streghe.cc e di un'associazione "culturale" bolognese che si occupa di esoterismo/occultismo. Ora detesto usare argomenti ad personam, ma visto che il guitto non lo disdegna perché non dovrei? Non vi sentite un po' scemi ad andare su un blog di un Harry Potter di quasi quarant'anni che pretende di discutere in modo razionale con argomenti originali? Io sì e puff, il problema Uriel è sparito.

[¹]Questo si applica a moltissimi altri blog.
[²]Sono esempi di commenti superflui che molto probabilmente troverei inutile pubblicare.
[³]Io ammetto la mia ignoranza molte volte al giorno.

sabato 21 febbraio 2009

Profondo rosso

Nel mio precedente post ho parlato di una forma germinale di dittatura ma gli eventi incominciano a precipitare. La Lega ha visto approvate le ronde ed un altro tassello è andato al suo posto: la creazione di una milizia parallela alle forze dell'ordine sotto il controllo di una parte politica. L'altro tassello è la liquefazione della flaccida opposizione. Di per sé questo non mi dispiace. Sono anni che credo che la sinistra, centro/sinistra, cattocomunisti, chiamateli come volete, meritavano di finire. Ma non ora!

Le ronde stanno partendo con quel fare innocuo e “al servizio del cittadino” che dà il crisma di bontà. Come il pane fatto in casa. C'è la necessità di arginare i barbari, i negri-rumeni-rom-albanesi che stuprano le nostre donne e le fanno sentire insicure di girare per le strade. Il presidente del consiglio si è definito stupito di questa sensazione di insicurezza, perché le statistiche danno in calo tutti i reati. Forse il giochino gli è sfuggito di mano e le sue televisioni, che controlla direttamente, più le reti Rai che controlla per la carica che riveste, non hanno capito che ora devono diffondere sicurezza. Ci fa o ci è o ci piglia per il culo? Domanda retorica. Ogni giorno i TG sciorinano tutti i fatti di cronaca più nera come se fossero le uniche cose che accadono in Italia degne d'interesse. Forse i vari direttori sono confusi: se non possono parlare della crisi economica, se non possono parlare della crisi politico-istituzionale, se non possono nemmeno parlare di cronaca nera, gli tocca rubare i temi a “La Vita in Diretta”. Dal canto suo lo spettatore è portato a credere che la sua vita banale non sia la norma e che la televisione sia il vero specchio del mondo con i suoi stupri, rapine, omicidi, ecc. Ci si può stupire perché i più ignoranti e ottusi favoleggino di ronde notturne per la sicurezza delle nostre donne? Non c'è da preoccuparsi. Sono ronde buone, non fanno male a nessuno, ci sono tanti volontari della protezione civile, ex-carabinieri. Tempo al tempo, e alla prima goccia di sangue queste ronde andranno in giro armate. Il resto è abisso. È già abisso.

Il PD ha perso il segretario. Non mi dilungherò su di un requiem annunciato. È solo l'ultimo capitolo di una serie di errori cominciati 16 anni fa quando le prime operazioni di cosmesi venivano applicate al PCI e ai tronconi della DC. Chirurgia plastica/politica sperimentale. Operazioni fatte per “modernizzare”, ma in effetti delle liposuzioni di elettori. Nel tempo hanno ottenuto l'invidiabile risultato di riempire il pene duro della Lega, un partito anti storico che doveva essere scomparso 10 anni fa, far vincere Berlusconi per tre volte le elezioni, e di sfaldare ogni forma di alleanza prima della scadenza naturale del governo, producendo così una disillusione nel suo elettorato che rasenta lo 0°K della politica. Hanno cavalcato l'antiberlusconismo senza risolverlo mai, pensando che fosse il collante necessario per i propri elettori[¹]. Il Babau con cui terrorizzare gli Italiani e ottenere risultati plebiscitari. Anche questi mai visti. Se Berlusconi ha campo libero, sa chi ringraziare. Hanno ridotto forzatamente le possibilità di scelta pensando che questa fosse la chiave di una "democrazia moderna" (leggi stabile)[²]. No, si è rivelato il metodo per lasciare a casa il 30% degli elettori e perdere comunque, rendendo stabile Berlusconi! Hanno abbracciato ciecamente qualsiasi decisione in campo economico e politico-strategico degli Stati Uniti, arrivando a contraddirsi pure sul programma e sulle promesse. Una sindrome elitista (o forse mera stupidità) li ha spinti a deridere le forme spontanee di aggregazione che si sono presentate negli anni, tradendo e ammazzando lo spirito di partecipazione. Eppure imperterrita, la classe dirigente partitica più vetusta e longeva rimaneva saldamente al comando di questo Titanic con il suo bell'iceberg all'orizzonte. Non si può provare compassione per una cosa così. Solo che ora si apre un altro buco, un altro abisso.

Con una crisi economica che rappresenta l'apoteosi degli errori commessi in campo nazionale e internazionale per quasi 10 anni dalla gestione Bush (non che Clinton fosse meglio)[³], quello che si vede fa paura. Ma in Italia tutto è predisposto affinché sorga questa dittatura interamente. Il malcontento decapitato a sinistra prima o poi si sfogherà. La crisi internazionale produrrà un numero maggiore di arrabbiati in Italia che tutte le nefandezze di Berlusconi messe insieme. Che forma prenderà tutto questo non è chiaro, ma causerà una reazione decisa (vedi G8 2001) e questo governo ci ha già abituati alle peggiori soluzioni d'emergenza. Chi sostiene che il potere oggi ha la tecnologia dalla sua parte e può sistemare le minacce in modo chirurgico, senza creare un regime repressivo nello stile delle vecchie dittature, non si rende conto che prima bisogna piegare gli spiriti irrequieti. Far capire che non ci si può ribellare. In questa fase si farà grande uso della violenza. C'è molto sangue in questo abisso.


[¹] Di servire il Paese non se ne parla.

[²] Strano che questo modello di democrazia bipartica che piace anche al PdL si avvicini così tanto al modello del Partito Unico, che in fatto di stabilità, è un roccia.

[³]La chiave di questo disastro è stata la gestione unipolare dei problemi globali e tanti comportamenti criminali da padroni del mondo.

martedì 17 febbraio 2009

Bidibodibù, a me gli occhi!

Lamentarsi di Berlusconi è come lamentarsi della grandine, dei tornado, o di qualunque altra catastrofe naturale. Fatica sprecata e si aggiunge al già notevole rumore di fondo. Fatto sta che il genio del male ci ha riprovato ancora e questa volta è quasi riuscito in un colpo da maestro: quattro obiettivi abietti in un'unica mossa[1]. Peccato ci fosse di mezzo il corpo e il rimasuglio di vita di una povera ragazza morta 17 anni fa. Non intendo ritornare sulla questione, perché già opportunamente spiegata da gente più degna di me: Travaglio, Fini (Massimo), Grillo, e compagnia. Vorrei solo notare come sia facilissimo riconoscere un dittatore e difficile riconoscere una dittatura. Chiamare Berlusconi un dittatore è esagerato: non ne ha la statura. In tutti i sensi. Tutti sono tranquilli che i dittatori in Italia non torneranno mai. Ci è bastato quel tale di Predappio, anch'egli partito dal PSI, e arrivato a Roma con la camicia nera. Li riconosciamo subito: pelati, fanfaroni, smargiassi, e ridicoli per chi sa guardare oltre. Si arrogano tanto potere che non ne sono mai sazi e governano per 20 anni trascinandoci da una catastrofe all'altra. Noi, uno così, lo cacciamo subito via, vero? Infatti Berlusconi ci prova uguale uguale, ma dato che ha già settanta e passa anni, sembra che nessuno se ne accorga. Non fa nemmeno le campagne del grano. Dove crede di andare in fondo? Forse riuscirà appena in tempo a dichiarare illegale l'opposizione (che già gliela dà vinta su tutte), subalterno il potere inquirente e giudicante, e se stesso monarca assoluto che sarà crepato. In attesa che uno dei suoi delfini acefali o uno dei suoi figli raccolga il testimone e i frutti di questa devastazione, si può azzardare la spiegazione di questa generale miopia di fronte alla dittatura. Il nocciolo sta nella progressiva involuzione che le democrazie occidentali affrontano in questa epoca e che sta lasciando dietro di sé tanti bei diritti che ritenevamo acquisiti. Libertà di parola, uguaglianza di fronte alla legge, diritto alla privacy per il cittadino e trasparenza per le cariche pubbliche, libertà di religione, diritto ad un'informazione plurale, diritto di disporre di sé stessi e del proprio corpo, ecc... Vado a memoria e credo di aver dimenticato pure qualcosa. Da noi questo processo ha un nome e un padre, o meglio, un padrino. Si chiama Piano di Rinascita Democratica (non lasciarsi mai ingannare dai nomi orwelliani) ed è figlio di Licio Gelli, fascista D.O.C.. I migliori incubi han bisogno di "Permaflex".

[1] Mettere sotto scacco opposizione, la Cassazione, il Presidente della Repubblica e allearsi col Vaticano. Il tutto con la tecnica del mordi e fuggi, "moralmente" giustificato. Se gli fosse andata bene avrebbe incominciato ad annullare sentenze per D.L. a gogò.

giovedì 29 gennaio 2009

Debian e KDE4.2

Il KDE (K Desktop Environment) è un sistema integrato per ambienti *nix/Linux per la gestione del desktop dalle finestre in cui vengono eseguiti i programmi, alla configurazione del sistema, fino alla suite per l'office. Partendo dalla versione 2, KDE è stato uno dei fattori del discreto successo di Linux e dell'open source in ambito desktop. Con la versione 3, KDE si è rivelato un fattore trainante proponendo un desktop colorato, originale e pieno di funzionalità. Poi il passo quasi falso del KDE4: tante promesse di cui poche mantenute al primo rilascio prematuro avvenuto un anno fa. Promesse poi rilanciate continuamente e rimandate alla successiva revisione. Ciò ha creato un clima di aspettativa negli utenti che hanno atteso speranzosi l'attuale revisione 4.2 e dopo appena un giorno dal rilascio ufficiale, Debian ha messo a disposizione nel repository experimental il nuovo KDE. Il che dimostra come anche in Debian, detta affettuosamente "culo di piombo", ci fosse una certa eccitazione.
Non da meno, ho colto l'occasione e ho deciso di provare per la terza volta il nuovo ramo di sviluppo del KDE, sperando in decisivi miglioramenti: francamente ero rimasto un bel po' deluso in precedenza. Parte della delusione erano la lentezza del sistema su operazione elementari. Bastava il ridimensionamento delle finestre e lo spostamento delle applet sul desktop per sdraiare la CPU. Per onestà va detto che non era un difetto del tutto imputabile a KDE, ma ai driver di Nvidia. In quelle condizioni si dovevano disabilitare tutti gli effetti grafici che necessitavano della accelerazione 3D della scheda video. Un altra componente della delusione erano l'assenza di applicazioni fondamentali e una certa instabilità di quelle appena portate: Amarok andava in crash di continuo, per fare un esempio. Non sono stato l'unico a percepire questi problemi, visto che molti si sono astenuti dal migrare a KDE4 un anno fa[1].
Le cose stanno migliorando nettamente. I problemi correlati alle prestazioni video sono stati risolti da Nvidia coll'ultimo rilascio dei suoi driver, e da KDE che si configura automaticamente per assecondare le effettive capacità del computer. Ora tutti i famosi eyecandies mutuati da compiz possono essere esibiti a piacimento e senza appesantire il sistema eccessivamente.
Passi in avanti sono stati fatti verso l'usabilità. Avevo già notato in precedenza come KDE4 si fosse avvicinato a GNOME e a MacOSX, allontanandosi dal paragone con Windows, e avesse cercato di ottenere un sistema semplice ed "amichevole". La direzione è stata mantenuta. Dolphin, il sostituto di Konqueror come file browser è decisamente prossimo per idee e funzionamento a Nautilus di GNOME. Konsole è un altro programma che ormai è la copia di gnome-terminal. Mi farà rimpiangere un po' il suo predecessore con molte più opzioni. Il nuovo Systemsettings che si occupa del settaggio di sistema e che ha mandato in pensione l'onnipotente e complesso kcontrol, lascia poche cose da configurare e sempre in modo molto intuitivo. Per quel poco che mi ricordo del Mac OSX, il Systemsettings sembra proprio preso da lì. Detto questo, pare che il gruppo KDE, nonostante i complimenti ricevuti da Linus Torvalds, proprio a riguardo della possibilità di configurare a piacimento ogni minimo dettaglio, ha deciso che KDE4 doveva essere facile[2].
Con questa revisione ho avuto la piacevole sorpresa del ritorno di Konqueror nelle vesti più di browser web che di file manager. Anche grazie allo sviluppo in casa Apple di KHTML, Konqueror è in grado di aggiudicarsi un bel 85/100 di punteggio nel test di acid3. Attualmente il miglior punteggio per un browser su Linux (no, Vista con il suo IE neanche si avvicina a valori di 20/100). Altro gradito ritorno è Amarok che non va più in crash ai ritmi precedenti, d'altra parte è stato notevolmente semplificato nelle funzionalità offerte.
Arriviamo ai punti dolenti. Mancano ancora all'appello applicazioni importanti del calibro di K3b (il programma più completo per la masterizzazione CD/DVD), Kile (frontend per LaTex), Kmid per chi aveva voglia di un po' di karaoke, e i frontend per Network-Manager e Beagle. Queste assenze, mi hanno costretto a lasciare qualche pezzetto di KDE3 in giro. Kpackage, il gestore di installazione e di rimozione dei pacchetti software non ne vuole sapere di funzionare. Ma il difetto più grave, da quello che ho letto in altri blog, è che lo sviluppo del desktop semantico in KDE ha subito una battuta d'arresto. Notizia che ridimensiona ulteriormente questo KDE 4.2 e ci lascia di nuovo in attesa della prossima revisione. Fatto sta che lo sto usando felicemente già da ora e davvero non invidio né gli utenti Apple né tanto meno quelli Winodws.

Per chi volesse installarlo in Debian non resta che seguire questi passi. Ho perso un po' di tempo a configurare Kontact e gli altri programmi di Personal Information Management, ma basta copiare i relativi file da ~/.kde/ a ~/.kde4/. Per esempio, tutte le note di Knotes sono in ~/.kde/share/apps/knotes, mentre la configurazione di kmail è in ~/.kde/share/apps/kmail. Il meno ovvio di tutti è dove kaddressbook mantiene i vostri contatti: essi sono in ~/.kde/share/apps/kabc.





[1]Anche in KDE avevano capito un po' l'andazzo e la scritta "don't look back!" che invitava ad installare il nuovo KDE4 a discapito del "vecchio" KDE3, è stata cancellata dalla home page.
[2] E Torvalds ha voltato le spalle a KDE. I dettagli si possono trovare qui.