venerdì 10 luglio 2009

Software in libertà vigilata

Quando non si capisce l'essenza di una cosa, ma si pretende ugualmente di parlarne il risultato è uno solo: merda. GNU/Linux è il soggetto preferito da tutti quelli che vogliono scrivere cose tecniche, ma non ne capiscono un'acca[¹]. Non parlo di programmazione, ma della filosofia che c'è dietro che è comprensibile pure da chi non ha competenze per scrivere "Hello World!" in C. Due esempi sono questi articoli di Renai LeMay e Mitch Wagner(1,2) sull'annuncio che Google produrrà un proprio sistema operativo basato su Linux, che si chiamerà Chrome OS, e che sarà accessibile a livello sorgente da ottobre prossimo. Lasciamo perdere che uno dei due articolisti mette in dubbio che Google sia capace di produrre un sistema operativo in un anno. Non stanno partendo da zero e conoscendo Google, direi che a occhio e croce questo sistema operativo c'è già e a ottobre prossimo si ufficializzerà la cosa rendendo disponibili i sorgenti. Voglio invece focalizzarmi sul punto su cui entrambi concordano riguardo a Chrome OS: sarebbe un sistema di troppo se non addirittura un potenziale alleato della Microsoft! Questa frase contiene ben due preposizioni demenziali che si sentono dire quando una nuova distribuzione di GNU/Linux esce e si presenta al resto del mondo.
La prima preposizione demenziale è che una nuova distribuzione Linux danneggi il mondo dell'open source e GNU/Linux stesso. Cioè che una cosa che arricchisce il panorama del software libero nello spirito di fornire qualcosa in più, in realtà lo danneggia. L'appiglio apparentemente razionale è che così si frammenta la base utenti/sviluppatori. Io non ho mai sentito parlare di un fantomatico ufficio risorse che dispone come suddividere il capitale umano del software libero. Stando a questi due signori un tale ufficio sembra esistere e ultimamente ci ha comunicato: ne è saltata fuori un'altra, pregasi di stringersi un po'! Ogni distribuzione nasce con la voglia di dire la propria e chi si imbarca in uno specifico progetto lo fa perché o non ha mai trovato nulla che lo soddisfacesse appieno oppure pensa che così potrà esprimersi personalmente al meglio, cioè fare qualcosa che gli altri non fanno. In un quadro del genere, il gioco può solo avere risultati positivi o al peggio spostare un po' le cose. In compenso, se il prodotto piace perché azzecca quello che hanno mancato gli altri, ci saranno un sacco di nuovi utenti in più interessati a GNU/Linux. Ma la cosa davvero bella è che essendo questo il mondo dell'open source tutti potranno copiare la nuova idea e migliorarsi. La storia di Ubuntu, che a quanto pare è la distribuzione preferita da LeMay che nel titolo del suo articolo sinteticamente dice: "No thanks Google, we've got Ubuntu"; è proprio un esempio di quanto ho detto. Ubuntu è nata da Debian, che è sempre stata considerata la distribuzione per i "Sub-Genius", per avere un un ambiente GNU/Linux facile e adatto a tutti. Il finale lo sappiamo: Ubuntu ha avuto un successo che Debian non ha mai visto e mai vedrà, perché Debian non si è mai focalizzata sulla facilità d'uso. Secondo l'ottica di LeMay, 5 anni fa Ubuntu non sarebbe dovuta nascere per non danneggiare Debian.
La seconda preposizione demenziale, questa più in bocca a Mitch Wagner, è che una nuova distribuzione possa aiutare indirettamente Microsoft. C'è una componente umana del software libero che quando si masturba, fantasticando di abbattere la Microsoft, perde di vista il motivo per cui esiste il software libero. A questi signori faccio presente che la Microsoft ancora non aveva prodotto DOS, quando Stallman pensava ad uno Unix libero. Stallman voleva mantenere intatto lo spirito di collaborazione e scambio di idee che aveva caratterizzato il lavoro dei primi hacker. Uno spirito che gli Unix proprietari stavano distruggendo. Insomma, sembra strano ricordarlo: il software libero è nato per dare più libertà a tutti, non per distruggere la Microsoft. A parte il fatto che mi sembra che sia un cattivo uso della libertà indirizzarla non al godersi delle cose belle, ma a odiare qualcuno. Non lo condivido, ma se ti piace, fallo. Tuttavia non dirmi che io dovrei essere meno libero perché così, tutti insieme, compatti, distruggiamo la Microsoft. Perché stai tentando di farmi rinunciare al motivo principale per cui uso GNU/Linux.
Detto questo, auguri a Google e al suo Chrome OS. Se avrà successo sarà a beneficio di tutta la comunità open source. Anche di quelli che ancora non hanno capito perché si chiama software libero.


[1] Il mondo dell'open source, avendo una propria filosofia oltre che una componente tecnica, si presta allo stesso livello di chiacchiericcio della metafisica.

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