martedì 17 febbraio 2009

Bidibodibù, a me gli occhi!

Lamentarsi di Berlusconi è come lamentarsi della grandine, dei tornado, o di qualunque altra catastrofe naturale. Fatica sprecata e si aggiunge al già notevole rumore di fondo. Fatto sta che il genio del male ci ha riprovato ancora e questa volta è quasi riuscito in un colpo da maestro: quattro obiettivi abietti in un'unica mossa[1]. Peccato ci fosse di mezzo il corpo e il rimasuglio di vita di una povera ragazza morta 17 anni fa. Non intendo ritornare sulla questione, perché già opportunamente spiegata da gente più degna di me: Travaglio, Fini (Massimo), Grillo, e compagnia. Vorrei solo notare come sia facilissimo riconoscere un dittatore e difficile riconoscere una dittatura. Chiamare Berlusconi un dittatore è esagerato: non ne ha la statura. In tutti i sensi. Tutti sono tranquilli che i dittatori in Italia non torneranno mai. Ci è bastato quel tale di Predappio, anch'egli partito dal PSI, e arrivato a Roma con la camicia nera. Li riconosciamo subito: pelati, fanfaroni, smargiassi, e ridicoli per chi sa guardare oltre. Si arrogano tanto potere che non ne sono mai sazi e governano per 20 anni trascinandoci da una catastrofe all'altra. Noi, uno così, lo cacciamo subito via, vero? Infatti Berlusconi ci prova uguale uguale, ma dato che ha già settanta e passa anni, sembra che nessuno se ne accorga. Non fa nemmeno le campagne del grano. Dove crede di andare in fondo? Forse riuscirà appena in tempo a dichiarare illegale l'opposizione (che già gliela dà vinta su tutte), subalterno il potere inquirente e giudicante, e se stesso monarca assoluto che sarà crepato. In attesa che uno dei suoi delfini acefali o uno dei suoi figli raccolga il testimone e i frutti di questa devastazione, si può azzardare la spiegazione di questa generale miopia di fronte alla dittatura. Il nocciolo sta nella progressiva involuzione che le democrazie occidentali affrontano in questa epoca e che sta lasciando dietro di sé tanti bei diritti che ritenevamo acquisiti. Libertà di parola, uguaglianza di fronte alla legge, diritto alla privacy per il cittadino e trasparenza per le cariche pubbliche, libertà di religione, diritto ad un'informazione plurale, diritto di disporre di sé stessi e del proprio corpo, ecc... Vado a memoria e credo di aver dimenticato pure qualcosa. Da noi questo processo ha un nome e un padre, o meglio, un padrino. Si chiama Piano di Rinascita Democratica (non lasciarsi mai ingannare dai nomi orwelliani) ed è figlio di Licio Gelli, fascista D.O.C.. I migliori incubi han bisogno di "Permaflex".

[1] Mettere sotto scacco opposizione, la Cassazione, il Presidente della Repubblica e allearsi col Vaticano. Il tutto con la tecnica del mordi e fuggi, "moralmente" giustificato. Se gli fosse andata bene avrebbe incominciato ad annullare sentenze per D.L. a gogò.

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