martedì 27 gennaio 2009

Via quel crocefisso dalla parete!

Tra le cose che leggo quotidianamente mi sono imbattuto in questo interessante articolo, scritto da un professore belga, dedicato al conflitto tra razionalità e fede. La mia opinione spicciola è che questo conflitto non cesserà fin quando esisterà gente che è disposta a rivolgersi ad una guaritrice, alle preghiere e agli "uomini forti". Dovunque lo spirito critico è stato abolito non c'è speranza di vittoria. Un individuo razionale ha una capacità limitata di convincere un credente, perché il credente ha un'arma definitiva: la fede stessa. I tentativi di persuaderlo con argomenti razionali, sono le prove del fuoco della sua fede. Più sente forte il pericolo di qualcosa che la intacchi, più si opporrà e si chiuderà in sé stesso. Nel difendersi, l'interlocutore assumerà le sembianze del diavolo in persona. La conclusione è che è pressoché futile discutere con loro. Si tratta di una pretesa grosso modo sbagliata. Nello stesso articolo si può trovare un'altra pretesa che ha un sapore d'Utopia, ed è presente spesso nei discorsi di sinistra. Cito dal suddetto articolo:

"The left should not aim at some sort of official atheism, of course, but it should demand that religion be a private matter, namely that it be totally kept out of public life, in particular of political discourse"
trad:
"La sinistra non dovrebbe puntare ad una sorta di ateismo ufficiale, ovviamente, ma dovrebbe richiedere che la religione sia materia privata, principalmente che sia totalmente tenuta lontana dalla vita pubblica, in particolare dal discorso politico". (corsivo mio)

Sembra un bel principio, ma in realtà è completamente scollegato dalla natura umana. Non temete, non sto per sostenere che la spiritualità è un bisogno intrinseco dell'uomo. Me ne guardo bene. È nella natura umana il bisogno di aggregarsi, di fare corpo. Le persone che vivono come importante una qualsiasi dimensione interiore, dalla passione per il gioco degli scacchi a quella per le mostre dei pittori del '300, tendono ad aggregarsi per condividere. Di quante associazioni dal nome strampalato o dagli obiettivi risibili potete fare l'elenco o dire di esserne parte? Sembra sensato richiedere che la passione per gli scacchi sia materia privata e tenuta lontana dal discorso politico, anche se finora nessuno ha mai sentito parlare di leggi fatte sulla base della regola dell'arrocco. Se non succede è per due ragioni principali. La prima è la scala di interessi/bisogni. Ci sono un sacco di cose più importanti degli scacchi per ogni singolo scacchista tali che nessuno di loro troverebbe conveniente muoversi solo su quel piano. Ciò vanifica la portata ideologica di un circolo di scacchisti. La seconda è la grandezza del gruppo. Un gruppo piccolo non ha praticamente alcuna forza. Quando i gruppi hanno assunto una dimensione e una forza sufficiente, allora è il momento di muoversi all'attacco dei gruppi rivali. Il successo della religione sta proprio nella capacità di costituire un pensiero forte: valori, regole di vita, dogmi; e di fare un sacco di adepti. C'è poi l'opportunismo: spesso si desidera far parte di un gruppo religioso unicamente per la forza stessa che si riceve da esso[1]. Per questo quasi tutti i principali rivali delle religioni sono altre religioni. Allora non è possibile escludere la formazione di un polo d'aggregazione ed è sbagliato chiedere che la religione non faccia parte del discorso politico (forse più una supplica da perdente, visto lo svantaggio), perché è come chiedere che una qualsiasi componente del pensiero e del modo d'essere delle persone sia esclusa a priori. A questo punto gli atei, gli agnostici e i semplici laici riconoscono e temono questo potere e formulano questa richiesta basata sui principi suddetti senza rendersi conto che contrappongono un "valore", la laicità, ad un altro "valore", la fede. Non potendo convincere la controparte della supremazia del primo sul secondo, lo scontro si vince attraverso i numeri. Chi ha più sostenitori vince. In questo caso ha vinto la religione, ma mettetevi l'animo in pace perché se non ci fosse, altri tipi di interessi catalizzerebbero le persone e produrrebbero altri raggruppamenti. L'Italia, in assenza di religione cattolica, potrebbe benissimo essere una repubblica fondata sul calcio.
A mio modo di vedere, l'unico modo realistico di perseguire l'obbiettivo di laicizzare la società è quello di presentare dei risultati migliori. Il resto, tipo le appassionanti polemiche scienza-fede, le lotte per l'eutanasia e i matrimoni gay, produce solo un sacco di confusione e ottiene effetti opposti. La scienza e il progresso sono cavalli di battaglia ottimi per lo scopo. Con essi si può dimostrare che ha più senso rivolgersi alla medicina, alla meteorologia, all'ingegneria, all'agronomia piuttosto che alla preghiera. Il tempo maturerà i risultati. Una società, un gruppo o una singola persona che rimane ancorata a valori privi di rapporto con la realtà, finirà sicuramente per trovarsi svantaggiata rispetto alle altre. Potrà essere molto forte internamente, ma estremamente fragile nel confronto con l'esterno. Una volta che la gente avrà sperimentato questa asimmetria, non ci metterà molto a capire cosa deve cambiare. E lo cambierà[2].

[1] Qualcuno potrebbe dirmi sull'esempio dell'Italia che essendo la religione cattolica molto diffusa, ciò equivale a nessun potere. Il potere è ridotto a particella. L'esperienza dimostra invece che si ottengono appoggi anche ad essere relativamente in basso nella gerarchia, per esempio nelle scuole private e pubbliche, nelle ONLUS e nelle ONG.
[2] Per la medesima ragione una gerarchia ecclesiastica appena avveduta non cercherà mai di bloccare effettivamente la scienza e il progresso, perché significherebbe segare il ramo su cui si è seduti. La Chiesa Cattolica è un esempio di discreta avvedutezza, le varie congreghe cristiane americane no.

4 commenti:

  1. altro post saggio, al netto dei due da nerd che non sono in grado di giudicare. magari sono saggi anche quelli.

    interessante la lettura sociologica, che mi sentirei di condividere e anche approfondire.

    la conclusione affrettata su un'italia con la fede del calcio ti abbassa il livello :P

    leo

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  2. L'Italia è la "patria" dei settarismi, quindi non è una patria tout court. Per questo potrebbe rompersi e suddividersi per mille ragioni differenti (non ti faccio l'elenco perché è lungo), il calcio e il mantenimento della FIGC potrebbe essere l'unico collante in assenza del papa. :)

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  3. ma dai che e' una delle ragioni universalmente riconosciute per cui ci si puo' picchiare in allegria.

    che squadra tifi?

    leo

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  4. Neocatecumenali. Sono i più tosti!

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